La seconda fase della ricerca si è concentrata sulla produzione di contenuti culturali sui social media dei 104 attori selezionati nella prima fase. In particolare, abbiamo ricostruito la scansione temporale delle diverse misure restrittive attuate dal governo italiano e dalla regione Lombardia nell’arco del 2020 e abbiamo indagato come esse abbiano impattato sulla comunicazione delle pagine prese in esame.

Una prima considerazione che emerge chiaramente è che, oltre che per frequenza e numero di post, la pandemia ha cambiato anche il modo in cui le pagine si presentano all’utente offrendo contenuti talvolta diversi alla produzione social pre-Covid. Il motivo di tale cambiamento si deve ricercare nel cambiamento di palcoscenico di cui gli attori culturali dispongono; le piattaforme diventano perciò lo strumento per fare cultura. Questo fenomeno diventa evidente nell’utilizzo che gli attori culturali fanno delle diverse piattaforme, e quindi di come il volume di post sia distribuito tra Facebook, Instagram, YouTube e Twitter.

Numero di post totali per il periodo osservato

Numero di post totali per il periodo osservato Numero di post totali per il periodo osservato
Il grafico mostra il numero totale di post su Facebook, Instagram, Youtube e Twitter per settimana di tutti gli attori osservati dal 1 gennaio 2020 al 1 Settembre 2020

Numero di post per piattaforma per il periodo osservato

Numero di post per piattaforma per il periodo osservato
Il grafico mostra il trend di utilizzo delle piattaforme Facebook, Instagram, Twitter e YouTube durante i mesi della pandemia

Il grafico mostra il numero di post settimanali per piattaforma di tutti gli attori culturali che abbiamo considerato lungo tutto l’arco temporale e ci permette di identificare i trend di utilizzo dei diversi social media. Ad esempio, si può notare come YouTube sia la piattaforma meno usata, con valori leggermente più alti intorno a fine marzo e fine aprile, mesi centrali della ondata pandemica. Anche Twitter, come YouTube, è stato impiegato meno dagli attori culturali per la loro comunicazione social, in questo caso con un andamento più frastagliato. Instagram ha riportato invece un andamento ascendente subito dopo l’inizio del lockdown verso il mese di marzo, continuando a crescere fino a inizio maggio. 

I mesi estivi presentano meno post e interazioni: questo fenomeno potrebbe però non dipendere dalla specificità della situazione pandemica quanto dalla minor calendarizzazione di eventi durante l’estate e dalle chiusure dei luoghi della cultura. 

Questa prima osservazione ci ha permesso tuttavia di individuare ed isolare il social media più utilizzato, ovvero Facebook. In virtù di ciò, nell’analisi abbiamo scelto di concentrarci su quest’ultimo.

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La produzione di contenuti social su Facebook degli attori considerati

Il grafico rappresenta la frequenza giornaliera nella produzione di post sulle pagine Facebook degli attori culturali selezionati. Ciò significa che è possibile visualizzare il numero di post – la cui intensità è rappresentata dalla gradazione del colore – pubblicati giornalmente (ciascun segmento) sulle singole pagine. 

Ricordiamo che i produttori di cultura da noi selezionati sono stati suddivisi in tre macro categorie: società civile; musei e istituzioni culturali; biblioteche e archivi. Prima di scendere nel dettaglio di ciascuna categoria è opportuno osservare che all’interno del nostro campione, il cinema Beltrade e la Fondazione Brescia Musei sono risultati essere quelli più attivi in fatto di produzione di post. Invece, per quanto riguarda la categoria “società civile”, tra le pagine Facebook selezionate, quelle più attive nell’arco temporale da noi individuato sono state quelle del Cinema Beltrade e di CM09-Channel Morbegno APS Nella categoria “musei e istituzioni culturali” ad aver pubblicato più post sono stati Fondazione Brescia Musei e Triennale Milano. Infine, tra le “biblioteche e gli archivi” a spiccare è la Biblioteca Nazionale Braidense, che tuttavia è solamente ventiduesima nella classifica degli attori culturali che hanno prodotto più contenuti digitali sulle rispettive pagine Facebook.  

Oltre al numero di post totali, è possibile filtrare il grafico interattivo per tipologia di post e analizzare con maggior dettaglio il tipo di produzione culturale. Ad esempio, concentrandosi solamente sui native video (ovvero quei video caricati o creati direttamente su Facebook) è possibile notare, sebbene con un andamento spesso frastagliato, come Fondazione Brescia Musei (arrivata a pubblicare fino a sette video in un giorno), Il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia e, anche se in misura minore, il MUDEC – Museo delle Culture siano stati quelli più attivi.

A tal proposito, osservando in generale un maggiore utilizzo delle tipologie video dei post (Native Video, Live Video Complete, Live Video Scheduled) a partire dall’inizio della pandemia, si potrebbe ipotizzare che il video, preregistrato o in diretta, sia stato un importante format di interazione digitale tra produttori culturali e relativi pubblici in un periodo di chiusura degli spazi fisici e tradizionali della fruizione culturale.

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